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Nuove regole per Internet

di Erica Fossati
il17/12/2022
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Sappiamo tutti che da quando è scoppiata la pandemia, il mondo digital ha fatto enormi progressi ed ormai è diventato parte integrante della vita di ognuno di noi. É importante ricordarci che il mondo digital esiste davvero, di conseguenza devono esserci delle regole che vanno rispettate, esattamente come nel mondo reale. Spesso si ha quasi la percezione che ciò che è digitale sia così lontano dalla realtà, probabilmente perché non è del tutto tangibile. Questo porta molte persone a sentirsi libere di fare ciò che vogliono ma non funziona cosi! Tutte le azioni che svolgiamo sul web hanno delle conseguenze.

Qualche giorno fa è stata approvata la nuova legge sui servizi digitali (DSA) e la legge sui mercati digitali (DMA) Ma cosa vuol dire tutto ciò? Queste nuove regole sono state istituite per combattere l’odio e soprattutto la disinformazione. (Arme letali!) Quanto spesso vediamo commenti pieni di cattiveria e fake news? Fin troppo spesso direi. Queste regole aiuteranno anche gli e-commerce a difendersi dalla contraffazione. Insomma, l’obiettivo finale è quello di cercare di creare un ambiente online più sicuro e sereno! Facile a dirsi… Un po’ più difficile a farsi!

Vediamole. Misure più severe nei confronti di contenuti illegali e obbligo da parte delle piattaforme di reagire. Più controlli e tracciabilità sugli operatori commerciali. Più trasparenza e responsabilità nelle piattaforme online per quanto riguarda i contenuti e gli algoritmi. Divieto di pratiche ingannevoli e alcuni tipi di pubblicità mirata.

Per quanto riguarda le piattaforme più grandi, esse non potranno più impedire all’utente di disinstallare facilmente le proprie app o software e non potranno usare dati personali a fini di pubblicità, a meno che abbiano il consenso. Invece, dovranno dare la possibilità agli utenti commerciali di accedere ai dati creati.

Ora, le aziende online dovranno adeguarsi alle nuove condizioni almeno entro 15 mesi. E se queste regole non dovessero essere rispettate? la Commissione può imporre una sanzione che va dal 10% al 20 % del fatturato mondiale totale dell’esercizio finanziario precedente dell’azienda in questione.