Niksen è una parola olandese diventata negli ultimi anni virale nei Paesi Bassi. Letteralmente significa “non fare niente”. Già i latini dividevano la vita in otium (ozio) e negotium (operosità), ritenendole ambedue utili e necessarie. La cultura moderna della produttività a tutti i costi, invece, ha demonizzato l’ozio. Oggi si percepisce l’inattività come uno spreco di tempo. Bisogna fare, produrre, fatturare, allenarsi, sudare… Ma, se è vero che “no pain no gain”, è anche vero che trascurare il riposo può portare al burnout.
Il Niksen è proprio l’antidoto a tutto questo. Praticarlo equivale a permettersi di rilassarsi, di lasciar vagare libera la mente e di prendersi del tempo per sé. Non vuol dire necessariamente stare a letto a poltrire (che comunque va benissimo), ma anche svolgere delle attività senza pretese, per il puro piacere di farle. Per esempio, passeggiare per il gusto di stare in mezzo alla natura e non per arrivare a 10000 passi. Mangiare per assaporare il nostro cibo preferito e non per allinearci a una dieta. Farci una nuotata perché ci diverte e non per bruciare calorie.
Questo approccio al tempo fa bene alla salute sia fisica sia mentale. Aiuta a smaltire lo stress e a ricaricare le energie. Favorisce l’immaginazione e la creatività. Fa ritrovare la pace interiore e l’amore verso se stessi. Tutte cose che, oltre a farci bene, ci renderanno anche più produttivi ed efficienti quando dovremo tornare a dedicarci al lavoro o ad altre attività più impegnative. L’ozio, se opportunamente dosato e vissuto appieno e senza sensi di colpa, non è nemico della produttività, anzi. E, soprattutto, è fonte di benessere.