Michela Murgia ci ha lasciati qualche giorno fa. A marzo di quest’anno aveva comunicato di essere malata, un carcinoma ai reni al quarto stadi, ed oggi quella malattia se l’è portata via.
Michela era una scrittrice, anche se prima di esserlo è stata insegnante di religione, centralinista e dirigente di una centrale termoelettrica. Inizia a scrivere nel 2006 “Il mondo deve sapere”, in cui descrive apertamente le condizioni lavorative, lo sfruttamento e la manipolazione psicologica a cui devono sottostare i dipendenti del call center in cui lei stessa lavorava.
La sua personalità è già chiara: trasparente, pericolosa e pungente. Vuole farsi sentire e, soprattutto, vuole dare voce a chi non ne ha. E così ha fatto. Ha continuato a scrivere “L’ho uccisa perché l’amavo: falso!” incentrato sul femminicidio e su quanto sia importante parlarne. “Morgana, storie di ragazze che tua madre non approverebbe” la storia di dieci donne non esemplari e della madrina Morgana e “Morgana. L’uomo ricco sono io” in cui si parla del rapporto delle donne con i soldi. Perché tutti consigliano alle donne di sposarsi con un uomo ricco? Perchè, invece, non insegnare alle giovani ragazze come gestire il proprio denaro? Proseguiamo con “Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più” e tutte le parole ingiuste che le donne devono sorbirsi quotidianamente.
Infine, uno dei suoi ultimi lavori “God Save the Queer. Catechismo femminista” che affronta la fede cattolica, il femminismo ed il mondo queer, mondi che sembrano totalmente contrapposti ed invece…