Le borse femministe di Michele Pred combinano moda, arte e attivismo e spopolano fra celebrità e non solo. L’ultima a sfoggiare una delle creazioni dell’artista americano-svedese è stata Isabel Allende. Il 12 marzo, Equal Pay Day negli USA, l’autrice ha postato sui social una foto con una borsa rossa fiammante. Sopra la scritta “Equal Pay”. Quelle di Michele Pred sono borse parlanti, che si battono per i diritti civili delle donne e non solo.
Michele Pred è un’artista concettuale che utilizza la scultura, l’assemblage e la performance per dialogare con la modernità e i suoi problemi, lanciare sfide e suggerire soluzioni. Utilizza l’arte per svelare implicazioni culturali e politiche celate dietro a oggetti d’uso quotidiano. Power of the Purse, la sua linea di borse femministe, ne è un esempio e rispecchia la sua esperienza autobiografica. Michele, infatti, è cresciuta in California negli anni Settanta, dove ha conosciuto e abbracciato il movimento femminista. Inoltre, l’artista ha voluto dedicare il progetto a suo padre, che – ha dichiarato – le ha trasmesso valori femministi fin dalla tenera età.
Le borse femministe di Michele Pred nascono da un recupero e un riuso di autentiche borse vintage. Ogni pezzo è unico e ricamato a mano con fili elettroluminescenti. All’interno, apposite batterie permettono di accenderli: una metafora della lotta che squarcia il buio dell’ignoranza e dei soprusi. La borsa diventa, così, un simbolo del potere economico cui la donna moderna deve ambire e che deve tradurre in potere politico, culturale e sociale. Nonché un richiamo allo stile del secolo scorso, epoca in cui le donne hanno cominciato a rivendicare i loro diritti. Non mancano, tuttavia, anche altre tematiche, come la chiamata alle urne per le elezioni.