La canapa tessile è sostenibile? Ultimamente se lo stanno chiedendo in molti, complice anche il grande revival di questa pianta. Se per decenni se ne è parlato solo come fonte di droghe leggere, oggi se ne stanno esplorando i diversi benefici. Gli oli e i prodotti cosmetici a base di CBD, ad esempio. Ma anche, appunto, la fibra tessile che se ne ricava.
Dalle indagini dello Stockholm Environment Institute è emerso che la canapa tessile è ancora più sostenibile di altre fibre già considerate green, quali cotone e poliestere. Per coltivarla si utilizza circa la metà dell’acqua e anche una minore estensione di terreno. Un ettaro di canapa produce la stessa quantità di fibra di due ettari di cotone.
Cresce rapidamente ed è meno soggetta ai parassiti. Di conseguenza, richiede meno pesticidi e fertilizzanti sintetici. Restituisce fino al 70% dei nutrienti che preleva dal suolo e non solo. Un ettaro di canapa assorbe fino a 22 tonnellate di CO2.
Della canapa tessile è sostenibile anche il processo di lavorazione. Anche in questo caso, richiede molta meno acqua di cotone e poliestere. Il tessuto che ne deriva è molto resistente, quindi dura di più. E, anche quando arriva il momento di smaltirla, è green. La canapa, infatti, è biodegradabile e può essere riciclata.