Basta aprire Tik Tok o YouTube per vedere quanto Shein, il colosso del fast fashion, stia spopolando. “Mega Haul Shein”, “$ 300 Haul Shein”, “Huge Shein try on Haul”. Migliaia di video in cui influencers ma anche persone comuni mostrano i loro acquisti. Parliamo di acquisti folli, spesso più di 500- 800 euro per un’infinità di vestiti, top, jeans, accessori, scarpe e chi più ne ha più ne metta, tutti rinchiusi nelle classiche buste di plastica firmate Shein.
Ormai, il brand è diventato l’emblema del fast fashion, fatturando più di 10 miliardi di dollari solamente nel 2020. Il colosso è stato creato nel 2008 a Nanchino dall’imprenditore Chris Xu, inizialmente concentrato sulla vendita di abiti da sposa. Con il passare degli anni, l’azienda ha deciso di includere altre product categories tra cui, intimo e pigiama, abbigliamento casual, beachware, travestimenti, arredo e molti altri ancora. L’azienda ha fatto il boom solo negli ultimi anni grazie a tutte le collaborazioni ed i video su Tik Tok andati virali.
Il vero punto forte sono i prezzi ultra competitivi e le migliaia di vestiti super trendy che vengono sfornati ogni settimana. Abiti sotto i €10, scarpe a 15€, set completi di parte superiore ed inferiore a meno di €20. Nonostante i prezzi siano già bassissimi, gli sconti sono all’ordine del giorno, spesso la spedizione è gratuita e i codici sconto piovono a catinelle. Ma cosa c’è davvero dietro a questi prezzi stracciatissimi?
Untold: Inside the Shein Machine ha svelata la macabra verità. I dipendenti sono sfruttati e sottopagati, addirittura la maggior parte non hanno neanche un contratto. La paga è di 0,27 Yuan, l’equivalente di € 3,60, turni estenuanti e un giorno di riposo al mese.
Tutto questo non è umano. La domanda che dobbiamo porci è: Ne vale davvero la pena? Sono davvero necessari tutti questi migliaia di capi? Li indosseremo davvero tutti? Ma soprattutto, questi abiti valgono più delle persone sfruttate e sottopagate?