Quando si parla di sfilate, l’immagine tradizionale è quella di modelle che sfilano con eleganza e perfezione. Ma chi avrebbe mai immaginato una sfilata dove le modelle cadrebbero o si presenterebbero con abiti apparentemente incompleti? Ebbene, è stata l’opera maestra di AVAVAV con la sua collezione “No Time to Design, No Time to Explain” che ha stregato la Milano Fashion Week.
Beate Karlsson, la direttrice creativa svedese del marchio, ha portato in passerella non solo moda, ma una performance che ha sottolineato i ritmi frenetici e le pressioni del settore. Una dichiarazione audace che ha reso evidente l’ansia e la frenesia dei tempi moderni nell’industria della moda.
Il palco era un’esplosione di colori e stili, mescolando l’alta moda con lo streetwear. Abiti cuciti con spille da balia, maglioni con slogan provocatori e pezzi iconici come il completo ricoperto di post-it sono diventati subito il fulcro delle conversazioni. Gli accessori, dagli stivali di gomma con quattro dita ai Moon Boot quadrati, hanno contribuito a cementare l’immagine di un brand che non ha paura di spingere i confini.
Karlsson, con un sorriso, ha spiegato che la collezione voleva riflettere “l’ansia dei ritmi vertiginosi dell’industria della moda”, ma con un approccio giocoso. AVAVAV non è solo un marchio, è un movimento, una critica e una celebrazione dell’industria della moda contemporanea.
In un’epoca in cui tutto sembra essere prodotto in serie, AVAVAV ha dimostrato che la moda può ancora essere innovativa, divertente e, soprattutto, autentica. Questa sfilata non sarà presto dimenticata e ha sicuramente posizionato AVAVAV come un marchio da seguire nel futuro della moda.