Parliamo di abbronzatura. L’estate è ormai arrivata, portando con sé caldo, sole, belle giornate (finalmente!) e raggi UV! Vediamo come nasce e come si evolve il topic tintarella.
Nei primi anni del 900, l’abbronzatura era sicuramente out of fashion, considerata una caratteristica delle classi più povere costrette a lavorare per ore ed ore all’aperto, sotto al sole. Il pallore invece, era associato alla nobiltà. Fu Coco Chanel a ribaltare la situazione, quando rientrò colorita da una vacanza in Costa Azzurra, facendo colpo sulle sue clienti che iniziarono a prendere spunto.
Verso il 1950, il turismo e i viaggi iniziarono a diffondersi sempre di più normalizzando così l’abbronzatura, anzi, accostandola al benessere e al potersi permettere una vita agiata. Fino ad arrivare agli inizi degli anni 2000 con Britney Spears, Paris Hilton e Nicole Richie che si divertirono a sfoggiano una carnagione sempre più scura.
Ma cosa sta succedendo ora? L’abbronzatura non è sicuramente passata di moda ma c’è una awareness diversa su questa tema. Tik Tok è invaso da video che parlano di quanto sia fondamentale l’uso della crema solare. Pensate che sarebbe buona abitudine mettere la crema anche quando il sole non c’è e anche quando restiamo a casa. L’hashtag #sunscreen ha raggiunto più di 8,3 miliardi di visualizzazioni! È diventata subito virale la foto di un camionista che ha tenuto solo un lato del suo viso perennemente esposto al solo e la differenza tra i due lati è incredibile.
Sappiamo tutti che il sole emana i raggi ultravioletti (UV) che possono avere effetti negativi a contatto con la nostra pelle, tra cui invecchiamento precoce, scottature e, nel peggiore dei casi, cancro alla pelle. So cosa vi starete chiedendo in questo momento: perché dovremmo mettere la crema anche se non c’è il sole? Dobbiamo tenere a mente che, anche quando piove o il cielo è coperto, la nostra pelle è comunque esposta ai raggi UV!
Lo sapevate?