Come abbiamo visto in qualche articolo precedente, abbiamo appena assistito al cambiamento del logo di Ferragamo. Una scelta importante e ben ponderata che va a toccare fortemente la brand image. Questa scelta è stata firmata da Peter Saville, il graphic designer che ha rinnovato anche il logo di Burberry nel 2018.
È stat apprezzata…? Nì. Diciamo non proprio da tutti… Come potevamo aspettarci. Questo tipo di cambiamenti ha spesso risvolti negativi da parte del cliente. I commenti più condivisi sono stati: “È banale, anonimo”, “Ormai i loghi dei brand sono tutti uguali”, “Mainstream”. Si, è vero. Non è sicuramente una scelta creativa e fantasiosa. Ovviamente, c’è una spiegazione dietro a questa “banalità”, così definita da buona parte del pubblico.
Potranno pur sembrare tutti uguali ma in realtà la scelta dei font è ben studiata ed ha una sua spiegazione precisa. Come ha specificato l’amministratore delegato Marco Gobbetti, il font scelto «rimanda alle incisioni nella pietra che ispiravano gli artisti rinascimentali» cercando di coniugare presente e passato della storia di Ferragamo.
Da Saint Laurent a Balenciaga a Burberry a Berluti a Balmain a Calvin Klein fino a Céline e Furla. Come abbiamo visto negli anni passati, la maggior parte dei luxury brands ha deciso di rinnovare il proprio logo con uno stile semplice, minimal e incisivo. Questo perché tutti hanno lo stesso scopo: essere globali e riconoscibili. In un mondo tanto caotico e competitivo come quello della moda questa è una vera e propria sfida.
Quindi, qual è il modo per cercare di raggiungere il maggior numero di persone possibili? Parlare la stessa lingua. Una semplice scritta in maiuscolo nero su bianco. Più chiaro di così!
Ricordiamoci anche che nel mondo digital come quello in cui viviamo oggi, è fondamentale optare per un logo responsive su qualsiasi tipo di dispositivo e che si legga ad alta risoluzione. Anche in questo caso la scelta migliore è un logo non troppo articolato.
E voi? Siete pro o contro a questo stile minimal?