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“L’arte di riparare”

di Erica Fossati
il16/12/2022

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Cosi la definisce Brunello Cucinelli nella lettera che ha scritto nel 2020, “L’Arte di Riparare”. Non potrei essere più d’accordo. Riparare un oggetto e farlo vivere più a lungo possibile, tramandandolo di persona in persona, modificarlo, donargli una nuova vita o un nuovo owner è pura arte. Perché buttarlo se puoi ripararlo?  

Nonostante non sia religiosa, il monaco benedettino Jean Leclercq da una definizione di riparazione perfetta, descrivendola quasi come un dono che possediamo tutti a prescindere. «La riparazione è un dato naturale d’ordine universale e consiste nel far passare una qualsiasi cosa da uno stato ritenuto meno buono ad uno stato migliore»

Proprio per questo motivo, Brunello Cucinelli offre a tutti i suoi clienti il servizio di repair gratuito che verrà svolto direttamente dagli artigiani negli atelier di Solomeo. Solo nel 2019 sono stati ricondizionati 2886 capi.

Questo fenomeno si chiama Repair Economy e porta molteplici vantaggi, sicuramente tra questi il risparmio (che non fa mai male) ma soprattutto è una scelta etica e sostenibile. 

Ci chiediamo sempre cosa possiamo fare per trattare meglio la nostra amata Terra. Non sembra, eppure è così semplice. Basta prendersi cura dei propri abiti, lavarli in modo corretto e ripararli quando è necessario. Lo sapevate che da uno studio di WRAP è sorto che nel Regno Unito mantenere il 50% dei vestiti in uso per soli nove mesi in più riduce l’impronta combinata di carbonio, acqua e rifiuti del 22% per tonnellata di vestiti?

Spesso pensiamo che condurre uno stile di vita sostenibile sia difficile e che per esserlo sia necessario acquistare capi sostenibili, vero, ma in realtà ci dimentichiamo che il capo più sostenibile è quello che abbiamo già, indipendentemente da quanto l’abbiamo pagato o dal materiale di cui è composto. Più a lungo riuscirà a vivere, più sarà sostenibile. 

Il nuovo motto è Care, Repair and Rewear!

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