Trasparenza nel lusso: dalle fabbriche cinesi ai feed social
Il fashion system è in pieno caos. Mentre Trump lancia i super dazi del “Liberation Day” — parliamo di tariffe fino al 104% sui prodotti cinesi — la Cina risponde con una mossa decisamente più virale: le fabbriche parlano. Su TikTok (e sui social cinesi), spuntano video che mostrano esattamente come vengono prodotte borse da sogno firmate Hermès. Un’ondata di contenuti che sta portando a galla una nuova era di trasparenza nel lusso: catene di montaggio, materiali, manodopera — tutto viene mostrato, senza filtri.
Ma non è tutto: alcuni fornitori ora vendono versioni praticamente identiche — stessi materiali, stesso design — direttamente al pubblico. Nessun logo, nessun intermediario, prezzi da fast fashion. Il risultato? Una generazione intera che guarda le borse da 5.000€ con occhi molto più critici.
L’effetto dazi e mercato in tilt
I nuovi dazi USA stanno già mettendo in difficoltà l’intera filiera del lusso: aumentano i prezzi, scendono le vendite, i big player (da LVMH a Prada, passando per Nike e Ralph Lauren) vedono crollare le azioni in borsa. Secondo gli analisti, anche un piccolo rincaro del 5% può influenzare le vendite far saltare l’acquisto, soprattutto soprattutto in un momento in cui l’inflazione ha già ridotto la voglia di spendere.
Ma il vero colpo al sistema non è nei numeri: è nella fiducia.
Quando la trasparenza nel lusso rompe l’incantesimo
Finora il lusso ha vissuto su una promessa: esclusività, qualità, immagine, storytelling. Ma quando vedi che quella borsa viene da una catena di montaggio identica a quella di un prodotto da 50€, qualcosa si rompe. Il sogno inizia a sembrare costruito più sul marketing che sull’artigianato.
I consumatori — soprattutto i più giovani — non sono più disposti a pagare solo per un marchio. E l’effetto domino è già partito.
Riconquistare la fiducia
Se il logo non basta più, serve una narrazione più autentica. Molti brand stanno riposizionando il proprio messaggio: valore, artigianalità, made in local, identità culturale. Si parla di “lusso patriottico” e “heritage marketing”, ovvero tornare a raccontare chi sei davvero, non solo quanto costi.
Come ha detto un’analista del settore: “Questa crisi può diventare un’occasione per ricordarci perché facciamo quello che facciamo.”
In altre parole: meno finzione, più sostanza. Anche nel lusso.